Essere un Rookie, L’incontro con Paolo, Cogliere le opportunità: la storia della mia startup
Mentre scrivo questo articolo è il 30 Novembre 2022; il fatto è questo, tra qualche mese verrà pubblicata sugli store la prima versione pubblica di PayNice. Negli ultimi due anni abbiamo scelto di lavorare in sordina per validare il nostro prodotto e rendere concreta la nostra visione prima di renderla pubblica. Oggi quindi mi ritrovo a scrivere il content marketing della mia startup ma io, tecnicamente, non sono un copywriter…
Quindi niente, mi metto davanti al computer, sto lì, e penso: “che je racconto mo a questi?”
Spoiler: la mia voce interiore quando tocco questo argomento, inspiegabilmente mi parla in Romano. (Io sono Bergamasco).
Ad ogni modo, sto lì, fisso il computer e penso a un modo per venire a capo della situazione in cui mi sono infilato. Sono dieci anni che lavoro come product manager e l’esperienza mi ha insegnato che è buona cosa avere un piano quindi, in men che non si dica apro Notion e via: database, divido l’anno in settimane, setto gli obiettivi e giù a scrivere tutti gli articoli e i contenuti che mi passano per la testa. Ripercorro mentalmente tutto quello che ho imparato durante il mio percorso e cerco un’idea da cui partire. Passano le ore, i giorni, le settimane, e arriva oggi: il giorno in cui sto scrivendo questo fantomatico “Numero Zero”. Lo faccio perché mi rendo conto, che tutti i contenuti che ho scritto finora sono perfetti nella forma ma raccontano troppo poco delle persone che stanno dietro all’azienda e mi accorgo che sento il bisogno di raccontare qualcosa di più.
È a questo punto che la mia voce interiore che ha un sacco di cose da dire urla: “Ao ce la vuoi mette sta faccia o no? Te lo dico io che fai, mo ti ci metti e prima de inizia con sti articoli super professionali racconti di quella volta in cui coso ti ha fatto fa… che ti ricordi er tizio del milione di euro che poi è sparito… o quello che va fatto pija la macchina fino a Mestre e poi pensava foste li per i casting pubblicitari”.
Insomma, un delirio fatto sta che domata la mia voce interiore mi metto a scrivere e prima di strabiliarvi con il mio content marketing scelgo di fare un passo indietro e condividere quelli che reputo i tre eventi più significativi del mio percorso: Essere un Rookie, L’incontro con Paolo, Cogliere le opportunità.
Voglio prendermi il lusso di essere prolisso e raccontarvi come ho vissuto questi eventi da un punto di vista personale senza curarmi di essere sintetico. Il primo capitolo di questa storia parte dal me di 7 anni fa, e si intitola: Essere un Rookie.
Contestualizziamo: Ho 22 anni, lavoro come grafico presso un’agenzia da qualche anno e per uno che ha fatto il liceo linguistico non me la cavo malissimo. Imparo a prendere dimestichezza con il mondo del design e mi appassiona l’idea di aprire una mia azienda. Inizio a fare i miei primi esperimenti ma nulla di veramente concreto. Il 28 Febbraio del 2014 durante una festa di compleanno l’illuminazione: Aprire un sito per vendere gli sconti dei negozi.
L’idea che è venuta a uno dei presenti alla festa è un po’ mal costruita. Tant’è che la mia voce interiore la descriverebbe così: “Ma che me stai a pija per c**? Te devo paga per vende il mio sconto?”*
Fatto sta, che questa idea mal costruita mi apre la testa come un cocomero, il mio cervello fa il pieno di dopamina e inizio un meraviglioso viaggio in auto sotto la pioggia sperduto tra i campi delle campagne bergamasche durante il quale capisco una volta per tutte cosa voglio fare nella vita. Voglio usare la tecnologia per aiutare le attività commerciali locali a crescere, a stare al passo con la concorrenza, a non sparire dalle nostre città. ”Mo suona super figo e concreto, in quel momento nun era popo così chiaro sto concetto”.
Passano cinque interminabili anni da quel momento fino a quando a Gennaio del 2019 conosco Paolo Costrardi, mio socio, co fondatore e amico.
Flash back: È il 2014 ho 22 anni e non so NIENTE su come si costruisce un’app, figuriamoci un’azienda. Non ho esperienza ma ho le idee chiare e so dove voglio arrivare. Mentre continuo a lavorare come grafico, questa volta freelance, apro la mia prima società che dopo un annetto finisce inesorabilmente per affondare a causa della mancanza di fondi e qui imparo la prima grande lezione di business: non ti serve una società per costruire un piano ma ti serve un piano per costruire una società.
Non mollo. Torno a lavorare come freelance e dedico quanto più tempo possibile al progetto, passo tre anni bloccato da: mancanza di soldi (tanti soldi) e mancanza di forza lavoro (per via dei soldi) ma nulla da fare, la mia vocina è tutta un “nun mollà fratè, nun molla.”
Scelgo di dedicarmi a due attività principali, ricerca di talenti e ricerca di fondi così, non passa molto prima che mi accorgo di un giochino simpatico che fanno queste risorse così fondamentali per fare impresa e cioè “l’una cerca l’altra”.
In pratica: i talenti cercano i soldi; e i soldi, cercano i talenti. Tante, tantissime belle parole sul progetto (che nel frattempo prendeva forma) ma gira e rigira tutti cercano la pecunia.
Riesco nei due anni successi a lavoricchiare con una startup che all’epoca stava avendo un discreto successo ma ero ancora troppo acerbo per prendere posizione e così ancora una volta finisco per prendere una strada diversa. Sono quasi rassegnato e decido di concedermi un’ultima occasione ed è così che arriviamo al secondo evento significativo della mia esperienza: L’incontro con Paolo.
Torniamo nel presente, in un’epoca in cui tutte le comunicazioni viaggiano tramite video ti sei trovato a leggere una piccola parte della mia storia, ti è piaciuta e vuoi sapere come continua. Ma prima di continuare voglio proporti uno scambio: Devi aiutarmi a fare rumore. Io, continuerò a fare questa cosa così come mi viene, senza fronzoli e con questa forma un po’ rozza ma sincera, che tanto hai apprezzato ma tu; tu che stai leggendo, sarai parte integrante di queste esperienze solo se mi aiuterai a diffonderle il più possibile con commenti, like, condivisioni, domande, insomma quello che vuoi, quello che conta è fare rumore.
Ricordati di iscriverti alla nostra newsletter per non perderti la seconda parte di questa storia.
A presto, Simone.