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PARTE TRE – Numero zero; la storia della mia startup.

“Ho deciso che voglio darvi un milione. Pensate alla vostra proposta che a cena ne parliamo.” Attacca il telefono.

Saper cogliere le opportunità

Questa è una mia riflessione personale, sappiamo che quando si parla con chi fa o vuole fare l’imprenditore è ricorrente il riferimento alla capacità di cogliere le opportunità perché quella è la benzina che fa crescere le aziende. E fino a qui non c’è niente di più vero ma recentemente ho imparato che non sempre il carburante che fa crescere le imprese riesce a fare lo stesso con le persone e ripercorrendo il mio percorso mi sono venuti in mente due esempi in contrapposizione l’uno con l’atro che rispecchiano entrambi i lati della medaglia.

Flash back: È Gennaio 2022, la scelta sbagliata di un partner è appena costata alla società 90k euro di investimenti bruciati. La società è sul lastrico e col cavolo che io e i ragazzi siamo disposti a mollare, è una cosa che proprio non ci appartiene. Decidiamo di fare due scelte, la prima che si è rivelata essere brillante e perfettamente in linea con i nostri progetti. La seconda, che ci ha quasi portato a perdere il controllo dell’azienda.

Scelta numero uno: Dobbiamo riempire il buco lasciato dal fornitore, per farlo, serve trovare un partner che ci abiliti ad emettere dei wallet per i nostri clienti in modo che questi possano usare PayNice per effettuare pagamenti. Avendo appena preso una cantonata enorme, decidiamo di stilare un elenco di circa 60 fornitori sparsi tra Europa, India, Australia e Texas, e concordiamo che prima di scegliere avremmo dovuto parlare con tutti tenendo lo stesso metodo di valutazione. Passano quasi due mesi prima di concludere il giro di appuntamenti e in questo tempo, le opportunità non mancano. Concludiamo il giro, confrontiamo le nostre assumptions e scegliamo tre partner con cui nascono altrettante collaborazioni internazionali che portano il nostro team a crescere sotto il profilo umano e professionale. La pazienza è stata la chiave di lettura giusta, abbiamo preso decisioni informate e così il team ha potuto crescere insieme all’azienda.

Scelta numero due: Siamo sul lastrico. Ci servono capitali per continuare a costruire il progetto. Decido di fare zapping nel mio network di contatti e cerco un business angel a cui chiedere aiuto per uscire da questa situazione. Alla fine, dopo un giro di chiamate Raffaele, tramite uno dei nostri partner commerciali Raffaele trova un imprenditore emiliano disponibile a fissare un incontro per ascoltarci. In men che non si dica organizziamo il meeting in centro a Milano presso gli uffici di questo nostro partner. L’imprenditore, di cui non farò il nome ci ascolta, vede PayNice funzionare, fa domande e si complimenta a tal punto da lasciare il meeting salutandoci con frasi in dialetto emiliano tipo: “Socce dobbiamo proprio farlo, è troppo ben fatto.” “Allora la cosa la si fa, però per la Lamborghini dovete aspettare ancora un attimo” e cose di questo tipo.

Noi, sgomenti, ma euforici; chiudiamo la porta, ci guardiamo increduli e frettolosamente siamo già sicuri di aver risolto tutti i nostri problemi economici. “ma l’hai sentito?” “ce l’abbiamo fatta!” “dajeeee così!”

Lasciamo Milano con la promessa che ci saremmo risentiti e così avviene qualche giorno dopo. Questo imprenditore ci chiama per invitarci di nuovo a cena in un ristorante milanese e ci dice: “Ho deciso che voglio darvi un milione. Pensate alla vostra proposta che a cena ne parliamo.” Attacca il telefono.

Io guardo la mia compagna che avendo sentito la chiamata in vivavoce è più sbalordita di me. Per un attimo volo, chiamo tutti i miei collaboratori e sgancio la bomba: X ci ha proposto 1 milione di euro!

Gaso tutti talmente tanto che passiamo la settimana tra la chiamata e la cena con X a produrre codice, contenuti, e design con una velocità e una serenità mai viste prima, in quel momento eravamo sicuri che avremmo fatto il botto…

Purtroppo per noi, presi dall’entusiasmo ci siamo dimenticati di fare ad X la domanda più importante:

Quante quote vuoi comprare con 1 milione di euro?”

La risposta è arrivata qualche settimana dopo la tanto attesa cena di Milano, era Febbraio, ci trovavamo a casa di X e si discuteva delle responsabilità dell’amministratore. Se ti interessa sapere come è andata a finire ti invito a commentare e condividere questo articolo il più possibile, aiutaci a fare rumore e in cambio io finirò di raccontarti perché rifiutare 1 milione di euro si è rivelato essere la nostra più grande opportunità.

Colgo l’occasione per lanciare un messaggio di buon auspicio a me stesso, e alle persone con cui lavoro. Negli ultimi anni abbiamo costruito la prima super app italiana e nei prossimi sono sicuro che la vedremo crescere. Chiedo a te che ci stai leggendo di renderti partecipe di questo percorso aiutandoci a fare più rumore possibile! Puoi farlo condividendo questo post e ovviamente scaricando la nostra app.

Per oggi ci salutiamo con una citazione che i romani (quelli veri) conoscono bene “ad maiora”, Simone.

Simone Vescovi

Simone Vescovi

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